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TOMOGRAFIA ELETTRICA 2D

METODI

La resistività elettrica è una tecnica geofisica adatta a studiare le strutture nel sottosuolo attraverso misurazioni elettriche effettuate in superficie o mediante elettrodi all’interno di uno o più pozzi. È strettamente correlata alla tecnica di restituzione in campo medico chiamata tomografia di impedenza elettrica (EIT), e matematicamente è lo stesso problema inverso. A differenza del IET medico, tuttavia, l’ERT è essenzialmente un metodo a corrente continua. Un metodo geofisico correlato, chiamato polarizzazione indotta, misura invece la risposta transitoria. Come per altri metodi di rilevamento non invasivi, i metodi geoelettrici hanno lo scopo di ottenere informazioni sulla natura e la struttura del sottosuolo attraverso una serie di misurazioni acquisite dalla superficie.

PROCEDURE

Il principio del metodo si basa sulla misura del campo elettrico indotto nel terreno con opportuni strumenti, costituiti da due coppie di elettrodi infissi nel terreno (configurazione denominata “quadrupolo”). Nel quadrupolo una coppia di elettrodi costituisce il circuito per l’induzione del campo elettrico nel terreno (dipolo di corrente: per convenzione elettrodi A e B). L’altra coppia (potenziale di dipolo: M e N) rappresenta il circuito di misura della differenza di potenziale (ddp) generato nel terreno dal passaggio della corrente stessa. Secondo la legge di Ohm (modificata) il valore di resistività, caratteristico di questi materiali, può essere determinato (r). Il valore della resistività dei materiali dipende principalmente dalle seguenti caratteristiche: grado di saturazione dei pori, porosità, presenza e composizione dei fluidi; temperatura; eventuale presenza di sostanze organiche (idrocarburi, solventi, ecc.), contenuto in argilla, grado di compattazione. Ogni tipo di terreno o corpo roccioso presenta un’ampia gamma di variazioni dei valori di resistività, che dipendono dal grado di omogeneità, dal livello di alterazione e, nel caso delle rocce, dal grado di fratturazione. In tutte le condizioni, la presenza di acqua gioca sempre un ruolo importante, tanto che il terreno sabbioso-sabbioso o ghiaioso-sabbioso, se saturo, è più conduttivo che lo stesso materiale in condizioni asciutte.

STRUMENTI

I componenti di base di qualsiasi sistema di acquisizione sono: trasmettitore o sorgente di corrente; ricevitore che misura i potenziali elettrodi risultanti; multiplexer per collegare rapidamente e automaticamente gli elettrodi al trasmettitore e al ricevitore; un computer per il controllo del sistema e l’archiviazione dei dati.

Lo strumento utilizzato da Geo Alps è un misuratore di resistività multicanale a 10 canali Syscal-Pro prodotto da IRIS Instruments. Consente l’acquisizione di diverse migliaia dati in poche ore. In condizioni tipiche, per il Syscal-Pro operante a 4 Hz e con ripetizioni della misure fino a 4/5 volte, è possibile acquisire dati con un errore di circa 1% ad una velocità di circa 6-7000 misurazioni per ora.

APPLICAZIONI

Come già spiegato sopra, i metodi geoelettrici sono applicati con successo come complemento a indagini dirette per definire la natura del suolo e/o tipi di roccia nella ricostruzione di profili stratigrafici, e rappresentano uno strumento investigativo sempre più potente e utilizzato per la ricerca di aree inquinate, cavità o corpi anomali, presenza di falde acquifere, siti archeologici, corpi di discariche, ecc.

  • Localizzazione di faglie e zone carsiche o altamente fratturate (sede di acquiferi)
  • Mappatura di strutture sepolte e presenza di bedrock
  • Mappatura 2D e 3D del bedrock
  • Mappatura acquiferi

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